Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità

Cos’è il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità? Quali i sintomi comuni per riconoscerlo?

Le caratteristiche del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità di maggior rilievo sono la preoccupazione per l’ordine, il perfezionismo e il controllo mentale e relazionale.

Questi aspetti essenziali, che si presentano entro la prima età adulta in molti contesti di vita della persona, si manifestano a scapito dell’efficienza, dell’apertura e della flessibilità.

Le persone affette da questa patologia tendono a mantenere il controllo attraverso un uso estremizzato dell’attenzione alle regole, ai dettagli, alla forma e alle procedure.

L’accuratezza e l’attenzione al dettaglio è accentuata a tal punto che può essere perduto lo scopo principale dell’attività intrapresa, a favore della ripetizione e del controllo, finalizzato a scongiurare eventuali errori o imperfezioni.

Secondo il DSM-5* sono necessari almeno quattro elementi tra i seguenti per poter diagnosticare il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità:

  • È preoccupato/a per i dettagli, le regole, le liste, l’ordine, l’organizzazione e i programmi, al punto che va perduto  lo scopo principale dell’attività
  • Mostra un perfezionismo che interferisce con il completamento dei compiti e ha standard di prestazione oltremodo rigidi
  • È eccessivamente dedito/a al lavoro e alla produttività, fino ad escludere le attività di svago e/o le amicizie
  • È eccessivamente coscienzioso/a, scrupoloso/a e intransigente in termini di moralità, etica e valori
  • È incapace di gettare via oggetti consumati o di nessun valore, anche quando non hanno nessun significato affettivo
  • È riluttante a delegare compiti o a lavorare con gli altri, a meno che questi non si sottomettano esattamente al suo modo di fare le cose
  • Adotta una modalità di spesa improntata all’avarizia sia per sé che per gli altri; il denaro è visto come qualcosa da accumulare in caso di future catastrofi
  • Manifesta rigidità e testardaggine

Per diagnosticare il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità è necessario che gli aspetti di perfezionismo, rigidità, ordine e controllo siano tali da interferire con il funzionamento nella vita quotidiana; diversamente riconosciamo dei tratti personali che possono essere anche utili ed efficaci per alcune mansioni, attività o contesti.

È fondamentale non confondere il disturbo di personalità ossessivo-compulsivo con il disturbo ossessivo compulsivo (DOC): per quanto le diciture diagnostiche possano sembrare simili fanno riferimento a due problematiche diverse.

La caratteristica essenziale del DOC è la presenza di pensieri ossessivi che angosciano la persona e che sono gestiti attraverso le compulsioni: quest’elemento non è presente nel disturbo ossessivo compulsivo di personalità, nonostante sia possibile che la stessa persona manifesti entrambe le patologie.

*I criteri riportati fanno riferimento al DSM 5 (American Psychiatric Association, Manuale Diagnostico e statistico dei disturbi mentali – Quinta edizione)

Le conseguenze del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità nella vita quotidiana

Facendo riferimento agli elementi necessari per la diagnosi secondo il DSM-5 è facile intuire come questi aspetti possano compromettere il funzionamento sociale, lavorativo e relazionale di chi ha un disturbo ossessivo-compulsivo di personalità.

Nella vita quotidiana queste persone vivono con frequenza stati d’intensa ansia e irritazione, sensi di colpa e stati depressivi e sono proprio questi vissuti emotivi dolorosi che spesso motivano la persona a rivolgersi allo psicoterapeuta.

Non è infrequente che la struttura rigida di personalità venga messa a dura prova a causa di un cambiamento di vita importante (trasferimento, matrimonio, nascita di un figlio, malattia) e che in tale circostanza la persona, facendo fatica ad adattarsi in modo flessibile, chieda un aiuto al clinico.

Il perfezionismo, la necessità di controllo e certezza infatti, di fronte a simili cambiamenti incontrollabili, viene meno, gettando la persona in uno stato di profonda preoccupazione.

Il controllo, la ripetizione e gli elevati standard autoimposti nelle prestazioni comportano un significativo investimento di energie mentali e un notevole dispendio di tempo: la tendenza al controllo degli errori e ai dettagli crea ritardi e inconvenienti, nonchè, con frequenza, irritazione negli altri.

A causa di questi aspetti, il tempo risulta così mal gestito e mal organizzato, tanto che la persona spesso si lamenta di non averne a sufficienza per eseguire le normali mansioni e attività: le scadenze posso non essere rispettate oppure altri aspetti di vita importanti lasciati completamente in secondo piano se non sono l’obiettivo del momento.

Nella vita di tutti i giorni queste persone tendono ad organizzare e pianificare la maggior parte del loro tempo secondo rigidi programmi, spesso escludendo le attività di svago e non produttive.

La dedizione estremizzata al lavoro, alla produttività e l’eccesso di senso del dovere porta ad escludere o a limitare fortemente gli aspetti di piacere della vita, compresi quelli relazionali e amicali e questo avviene anche se non giustificato da un bisogno economico reale.

A livello emotivo-relazionale queste persone sono ipercontrollate, testarde e rigide, poco spontanee,scarsamente emotive e accoglienti, fanno fatica ad esprimere le emozioni e spesso trattengono la rabbia e l’irritazione.

Il trattamento cognitivo-comportamentale per il disturbo ossessivo-compulsivo

Difficilmente la persona con questa problematica si rivolge in psicoterapia consapevole del disturbo, più facilmente chiede aiuto per stati emotivi ansiosi persistenti, per il frequente  senso d’irritazione, per la paura costante d’essere disapprovati o per l’eccesso di senso di colpa.

Il trattamento psicoterapeutico per queste persone è sempre altamente personalizzato e tiene conto dei bisogni e degli obiettivi concordati all’interno del percorso di cura, dopo un’attenta valutazione iniziale che tiene conto della storia di vita e del contesto situazionale attuale.

L’intervento cognitivo, seppur di ampio respiro, risponde sempre e comunque a scopi generali ben chiari e definiti, ponendo come filo rosso d’intervento la possibilità per la persona di cambiare il suo sistema di riferimento rendendolo più flessibile, aperto e adattabile al contesto di vita e situazionale.

La struttura rigida, che è alla base della sofferenza del paziente, è messa in luce e resa consapevole per la persona: in particolare si svelano le credenze di base rigide e inflessibili riguardanti se stessi, gli altri e il come dovrebbero andare le cose e il mondo.

A partire da questa nuova presa di consapevolezza, le linee generali dell’intervento avranno così lo scopo di modulare e rendere più adattabile alle situazioni, l’approccio e il comportamento della persona nel quotidiano.

Durante i colloqui psicoterapeutici si lavorerà per:

  • stabilire una relazione terapeutica sinergica e rispettosa
  • definire collaborativamente gli obiettivi terapeutici e monitorare il loro raggiungimento
  • modificare e ristrutturare gli schemi disadattivi alla base delle difficoltà comportamentali ed affettive
  • fornire spiegazioni e informazioni sul funzionamento emotivo
  • identificare i pensieri disfunzionali (irrazionali) e gli stati emotivi associati
  • identificare e comprendere le conseguenze negative degli schemi di pensiero al fine di confutarli e di trovare alternative valide nel qui e ora
  • strutturare prove comportamentali per contrastare le credenze disadattive
  • definire le attività terapeutiche da svolgere a casa tra un colloquio psicologico e l’altro

Alcune delle tecniche impiegate saranno l’utilizzo del problem solving, l’arresto del pensiero, la definizione delle priorità per aiutare la persona rispetto alle tematiche dell’indecisione e della procrastinazione.

Per ridurre i sintomi psicosomatici e ansiosi saranno insegnate tecniche di rilassamento; per gestire meglio le interazioni sociali sarà proposto un training di abilità sociale con esposizioni graduali; per sviluppare la consapevolezza emotiva e far aumentare il piacere un training sulle capacità empatiche e pratiche di Mindfulness.

La ristrutturazione cognitiva, l’applicazione sistematica delle tecniche e delle strategie cognitive e comportamentali induce così il cambiamento sia dei pensieri automatici, sia degli schemi disadattivi.

 

 

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